2021-06-24-Organism & Eternality Kim Seunghwan

Kim SeungHwan. ORGANISM & ETERNALITY

dal 10 giu 2021 al 11 lug 2021
Mostra

Lo Studio Museo Francesco Messina presenta Organism & Eternality, dal 10 giugno all’11 luglio 2021, prima collaborazione dello scultore coreano Kim SeungHwan con il Comune di Milano. Un incontro tra due grandi maestri della scultura, un dialogo tra mondi lontani.

La ormai consolidata capacità del Museo Messina di far dialogare lo spazio e le opere del maestro con le visioni più sperimentali della scultura contemporanea trova realizzazione in questa nuova mostra – dichiara l’assessore alla Cultura Filippo del Corno – che conferma l'attitudine innovativa della programmazione espositiva di questo straordinario luogo d'arte e cultura”. 
Come sottolinea la direttrice dello Studio Museo Maria Fratelli “dopo i mesi di chiusura dettati dalla pandemia i dialoghi tra scultori dello Studio Museo Francesco Messina diventano pretesti per avvicinare mondi lontani
”.

Le opere dello scultore coreano Kim SeungHwan trovano collocazione all’interno degli spazi dell’ex chiesa di San Sisto in un dialogo ideale tra linguaggi espressivi e matrici differenti, che vede i lavori dell’artista coreano esprimersi accanto ai bronzi, alle cere e alle terrecotte dello scultore siciliano qui custodite. 

Come suggerisce la duplicità del titolo, Organism & Eternality è un progetto espositivo incentrato su due grandi corpus di opere che, insieme, offrono uno sguardo sull’evoluzione della ricerca di Kim SeungHwan durante gli ultimi trent’anni di carriera: Organism, una serie di sculture inedite in acciaio traslucido, specchiante; ed Eternality, una selezione di mezzibusti e teste in terracotta realizzate negli anni Novanta. Negli ambienti dello Studio Museo Francesco Messina di Milano si compie così un viaggio tra futuro e passato, artificio e natura, modernità e arcaicità, dove le nozioni di vita, eternità e spiritualità si dilatano superando ogni dialettica.

A chi osserva l’insieme della trentennale ricerca dell’artista non può sfuggire la sostanziale coerenza interna, pur nella grande varietà di risultati formali, ottenuta grazie ad una lucida evoluzione del pensiero e della pratica dei materiali. Dalle figure umane, soprattutto volti e busti, l’artista coreano è passato a indagare la forma degli organismi viventi, non intendendola come mero dato morfologico, ma come risultante di forze e di movimenti antagonisti e provvisorio risultato di processi in atto.

Disposte lungo le due grandi sale dello Studio Museo, le quindici sculture in acciaio della serie Organism, di medie e grandi dimensioni, si caratterizzano per le superfici specchianti – sul modello di Brancusi –, in continua metamorfosi rispetto allo spazio e all’osservatore, e per le configurazioni imprevedibili e apparentemente provvisorie, dominate da una fluidità che sfida la fragile relazione tra pieni e vuoti. Sottolineando questa dialettica tra plasticità e impermanenza liquida, una definizione da lei coniata, la curatrice Martina Corgnati spiega: “è proprio questa soglia ai limiti dell’impossibile che Kim SeungHwan sfida con le sue opere più recenti, quelle eseguite negli ultimi anni. Configurazioni aperte, qualche volta vagamente circolari, o approssimativamente sferiche, oppure ovoidali, pressappoco organiche, oppure verticali, vagamente spiraliformi, apparentemente flessibili ma sempre aperte; e ancora, perché no, orizzontali, distese sulla terra non come corpi inerti alla mercé della gravità ma come onde che si propagano armoniosamente e dinamicamente nello spazio; onde mobili, vive”. 

In uno spazio più raccolto è raggruppato il secondo corpus di opere della serie Eternality, dieci teste e mezzibusti di piccole dimensioni modellati in terracotta, i cui dettagli sono leggermente incisi sul volto. Contrariamente alla perfezione e alla traslucenza delle precedenti, in queste sculture emerge tutta la carica emotiva della materia, per certi versi ancora grezza, lavorata dalle sapienti mani dello scultore. “La terracotta”, scrive la curatrice, “si offre alla mano dell’artista in una serie di esperimenti che di volta in volta evocano presenze africane, esperienze tribali dell’Africa nera, oppure un’essenzialità cicladica, o ancora forme intimamente e dettagliatamente naturaliste ma tutte sempre dedicate a questa personale ‘esplorazione dell’eternità’ cui ambisce l’uomo tanto antico quanto moderno, il bambino e il vecchio come l’adulto”.

Kim SeugHwan continua la sua carriera artistica tra Italia e Asia; dal 2004 insegna Fine Arts presso l’Università Cattolica di Incheon, Corea del Sud e nel 2008 fonda con la moglie Lanki Jung il grande centro per l'arte contemporanea Dio Art Center, alle porte di Seul, che ospita e produce mostre, installazioni e rassegne cinematografiche dedicate ad autori italiani e coreani. 
 

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