I temi di Francesco Messina: il disegno

I temi di Francesco Messina: il disegno

La produzione di Messina si caratterizza, fin dagli esordi, per il riferimento alla tradizione classica, antica e rinascimentale. Questa predilezione convive con la ricerca di un linguaggio moderno, di volta in volta elaborato nella consapevolezza del proprio tempo e continuamente aggiornato. 

Nel corso della sua lunga carriera di scultore, Francesco Messina si esercita e concentra su alcuni temi che indaga in profondità e approccia da diversi punti di vista.

Conosciamoli attraverso le sculture della collezione permanente dello Studio Museo. 

Il disegno

Le opere grafiche costituiscono una parte importante ma meno nota della produzione artistica di Francesco Messina. La critica conta centotrentaquattro disegni realizzati dall’artista; di questi, lo Studio Museo conserva ventisei fogli, donati dallo stesso Messina nel 1987, che si pongono, di volta in volta, in dialogo con le sculture della collezione.

Nei disegni conservati nello Studio Museo, realizzati in diverse tecniche – dai pastelli su base litografica in carta di sughero alla matita nera su carta – si ritrovano i soggetti cari all’artista: le ballerine, i nudi e i ritratti, come nel “Ritratto di Gloria Davy”, soprano svizzera di origine americana, del 1958 a matita nera su carta bianca e forse studio preparatorio per una scultura.

È invece un unicum la serie degli “Impiccati” che, realizzata alla fine della Seconda guerra mondiale, riflette con urgenza sui temi della morte, della rovina e del dolore trasmesso dalla tragicità dei corpi inanimanti. La potenza drammatica di questi fogli riecheggia ancora in alcuni bassorilievi del 1973 (“Orrori della guerra”) in cui l’accento è posto sul profondo dolore dei sopravvissuti ai massacri, più che sulle vittime delle violenze della guerra.

Per Messina il disegno è strettamente connesso con il processo creativo dell’artista: alla prima fase dello studio del soggetto dal vero segue, attraverso il disegno, la rielaborazione e il perfezionamento della composizione, per arrivare alla tridimensionalità della scultura. Il disegno è quindi da una parte un modo per fissare le prime idee, dall’altra per impadronirsi della realtà. Lo stesso Messina afferma: «Quasi sempre il disegno nasce dalla prima folgorazione che germina nella mente dell’artista, concretando l’immagine […] è proprio attraverso il disegno che sento nascermi l’opera, in quanto esso mi svela speculazioni di forme».

I disegni, poi, possono nascere e crescere anche come opere autonome e indipendenti e costituire un’occasione preziosa per sperimentarsi nell’uso del colore. Messina privilegia i pastelli, morbidi e duttili, come in “Danzatrice con gonna rossa” del 1973, in cui ritrae Aida Accolla, sua musa per molti anni.

Nel corso degli anni, i disegni realizzati da Messina sono esposti accanto alle sue sculture in diversi musei in Italia e in Europa, soprattutto in mostre celebrative, spesso in occasione delle donazioni di opere che l’artista effettua a varie istituzioni. Nel 1979 si organizza una grande esposizione di scultura e grafica alla Pinacoteca di Monaco di Baviera, nel 1984 alla Graphische Sammlung Albertina di Vienna, nel 1987 a Palazzo Ricci a Macerata.

Nel 1989, per festeggiare uno dei lasciti più importanti dell’artista, si inaugura una mostra al Museo Nazionale del Bargello a Firenze che comprende quaranta disegni di Messina, scelti fra le opere di grafica donate da Messina al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.

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