I temi di Francesco Messina: il frammento

La produzione di Messina si caratterizza, fin dagli esordi, per il riferimento alla tradizione classica, antica e rinascimentale. Questa predilezione convive con la ricerca di un linguaggio moderno, di volta in volta elaborato nella consapevolezza del proprio tempo e continuamente aggiornato.

Nel corso della sua lunga carriera di scultore, Francesco Messina si esercita e concentra su alcuni temi che indaga in profondità e approccia da diversi punti di vista.

Conosciamoli attraverso le sculture della collezione permanente dello Studio Museo.

 

 

I temi di Francesco Messina: il frammento

Il frammento

Il gusto per il frammento, tipico e ricorrente nell'arte del Novecento, è per Messina spunto per tradurre in scultura i temi del ricordo, della rovina e della caducità delle cose, tenendo sempre presente il riferimento all'antico, lo studio della classicità e i suoi rapporti di proporzioni ideali.

L'interesse per l'antichità si rafforza durante i viaggi che Messina compie in Grecia, dove entra in contatto anche con opere antiche conservate in frammenti e non restaurate artificiosamente: statue acefale, cioè prive di testa, o mutile che conservano la loro potenza espressiva e la loro bellezza.

Già nel 1935 Messina dichiara di voler dare vita a sculture "in grado di vivere anche ridotte a frammento", ma questa riflessione diventa sempre più presente a partire dal secondo dopoguerra, anche grazie a un episodio fortuito.

Durante il trasporto delle sue opere a Milano da Dolo, paese veneto dove Messina era sfollato durante la Seconda guerra mondiale, alcuni gessi modellati in quel periodo subiscono dei danni, frantumandosi. Considerandoli persi, lo scultore li accatasta sul tetto di un garage, lasciandoli esposti alle intemperie. Qui li vede l'amico e artista Lucio Fontana, che se ne entusiasma e rimprovera Messina:

"Sei proprio diventato matto? Lasciandole ancora alle intemperie le perdi definitivamente. Sono tra le tue opere più importanti che io conosca. Devi farle fondere subito e, se non hai i soldi, te li do io."

 

La ricerca sul frammento è alla base di alcune sculture conservate allo Studio Museo Francesco Messina.

Al 1945 risale il Narciso sul Brenta in bronzo che, acefalo e privo delle braccia, compie una torsione in avanti con il busto, mentre le gambe sono piegate, cui seguono il Narciso del 1946 e l'Efebo del 1959, la cui postura equilibratissima richiama le sculture antiche.

Negli anni Settanta il frammento diventa espressione fondamentale e consapevole della personalità dello scultore grazie a sculture come Grande torso femminile (1970) - che, nonostante l'assenza di parti essenziali del corpo, ha grande energia vitale e slancio - Frammento (1970) e il gesso Torso femminile (1975).