Tecniche e materiali

Tecniche e materiali

La produzione di Messina si caratterizza, fin dagli esordi, per il riferimento alla tradizione classica, antica e rinascimentale. Questa predilezione convive con la ricerca di un linguaggio moderno, di volta in volta elaborato nella consapevolezza del proprio tempo e continuamente aggiornato.

Nel corso della sua lunga carriera di scultore, Francesco Messina si esercita e concentra su alcuni temi che indaga in profondità e approccia da diversi punti di vista.

Conosciamoli attraverso le sculture della collezione permanente dello Studio Museo.

 

Tecniche e materiali

Nel corso della sua produzione artistica Francesco Messina sperimenta diverse tecniche e materiali, scelta derivante dalla sua formazione nelle botteghe dei marmorari e anche della tradizione antica dell'artista/artigiano, del technites.

La maggior parte delle sculture nella collezione dello Studio Museo è realizzata in bronzo, seguendo la tecnica della cera persa. Il bronzo è uno dei materiali preferiti dall'artista per le sue potenzialità tecniche che gli permettono di realizzare statue di diverse dimensioni e atteggiate nelle posture più diverse. Messina sfrutta le potenzialità del bronzo anche da un punto di vista cromatico, come nel caso del "Ritratto del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster" (1941) e del bozzetto del "Monumento a Pio XII" (1963) realizzati in bronzo dorato. 

A partire dagli anni Quaranta lo scultore si cimenta con la cera e i suoi esercizi su questo materiale duttile e vibrante si concretizzano in tre sculture conservate nello Studio Museo: il "Ritratto del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster" (1941), "Maria Laura" (1946) e il "Ritratto di Felicita Frai" (1949-1950). Anche in questo caso i soggetti sono studiati e modellati dal vero. 

Se da un lato la produzione di Messina si sviluppa in opere di piccole e medie dimensioni, dall'altro realizza molte opere monumentali, spesso di argomento o iconografia sacra, nei più diversi materiali: il porfido rosso per la "Minerva" di Pavia (1939), il marmo per il "Monumento Santa Caterina da Siena" a Roma (1962), il bronzo dorato per il "Monumento a Pio XII" nella Città del Vaticano (1964) e il bronzo per il "Cavallo" della RAI a Roma (1965).

Fra le opere della collezione dello Studio Museo sono presenti anche sculture in gesso e in terracotta, spesso policromi. Sopratutto a partire dagli anni Cinquanta, Messina comincia a modellare alcuni ritratti in terracotta con l'intento di colorarli secondo l'antica tradizione della scultura policroma e sotto l'influenza della Pop Art.

Infine, anche l'opera grafica costituisce una parte importante nella produzione artistica di Messina. I disegni sono realizzati in tecniche diverse, dai pastelli su base litografica in carta di sughero alla matita nera su carta e vi si ritrovano i soggetti cari all'artista, come le ballerine, i nudi e i ritratti. L'opera grafica per lo scultore è strettamente connessa con il processo creativo anche se non mancano disegni intesi come opera autonoma, utile per sperimentare l'uso del colore: in questo caso Messina privilegia i pastelli mormidi e duttili. 

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